La pandemia favorisce gli attacchi informatici.

I cybercriminali del globo stanno sfruttando la pandemia per sferrare i propri attacchi. Hanno preso di mira ospedali, truffato i cittadini, bucato i sistemi di aziende e pubbliche amministrazioni.

Secondo l’ultimo rapporto del Clusit, l’Associazione Italiana per la sicurezza informatica, degli 850 attacchi informatici gravi su scala globale analizzati nel corso del primo semestre 2020, circa un quarto sono direttamente riferibili al tema Covid-19. Di questi, la maggioranza degli attacchi (61%) riguarda campagne di phishing, cioè truffe informatiche via email, in associazione a malware (21%), ossia software dannosi.

Il 64% delle vittime rientra nella categoria “target multipli“, si tratta cioè di attacchi strutturati per danneggiare rapidamente e in parallelo il maggior numero possibile di persone ed organizzazioni. C”è poi un 11% legato al mondo sanitario e un 12% che riguarda bersagli governativi, con attacchi gravi che hanno visto i cybercriminali approfittarsi delle prime fasi concitate di approvvigionamento di presidi di sicurezza, ad esempio le mascherine, creando danni considerevoli.

Oltre ai danni direttamente conseguenti agli attacchi compiuti, il report evidenzia che il tema Covid-19 ha alimentato anche la diffusione di fake-news, fomentando la confusione sulla pandemia che si è venuta a creare a livello globale soprattutto nei primi mesi.

Da tutto ciò si può dedurre come il digitale stia trasformando la vita dei cittadini e di quanto sia fondamentale la sicurezza informatica.

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