Nato, guerre senza pilota.
La stazione aeronavale siciliana di Sigonella è stata prescelta quale sede del centro di comando e controllo del nuovo sistema di «sorveglianza terrestre» della Nato e «principale base operativa» dei cinque grandi velivoli senza pilota RQ-4D «Phoenix», due dei quali sono già giunti a Sigonella tra novembre e dicembre 2019.
Dotati della piattaforma radar MP-RTIP con sofisticati sensori termici per il monitoraggio e il tracciamento di oggetti fissi e in movimento, i droni Ags potranno volare sino a 18.000 metri di altezza e a una velocità di 575 km/h. I dati rilevati saranno prima analizzati a Sigonella e successivamente trasmessi grazie a una rete criptata al Comando JISR, Joint Intelligence, Surveillance and Reconnaisance della Nato, con sedi a Bruxelles, Mons e The Hague. Oltre 16.000 km il raggio d’azione dei nuovi velivoli senza pilota, così da consentirne l’operatività in un’area geografica che comprenderà l’intero continente africano e il Medioriente, l’Europa orientale sino al cuore della Russia. Grazie alle informazioni raccolte e decodificate dall’Ags, la Nato potrà ampliare lo spettro delle proprie attività nei campi di battaglia, potenziando la capacità d’individuazione degli obiettivi da colpire con gli strike aerei e missilistici.
I velivoli Nato opereranno a Sigonella congiuntamente ai velivoli-spia Global Hawk di US Air Force e Broad Area Maritime Surveillance di US Navy e ai famigerati droni killer “Reaper” che mietono vittime tra i civili nei maggiori scacchieri di guerra internazionali, consolidando così il ruolo della Sicilia di capitale mondiale dei velivoli senza pilota da guerra.
Nello scalo siciliano dal 2018 è stato attivato inoltre l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility per le telecomunicazioni via satellite con tutti i droni che le agenzie di spionaggio Usa e il Pentagono schierano in ogni angolo della Terra. La facility di Sigonella consente la trasmissione dei dati necessari ai piani di volo e di attacco dei nuovi sistemi di guerra, operando come “stazione gemella” del sito tedesco di Ramstein e del grande scalo aereo di Creech (Nevada).
Gli altri tre droni AGS giungeranno in Sicilia direttamente dagli Stati Uniti d’America entro il prossimo giugno. Perché l’intero sistema di «sorveglianza terrestre» sia realmente completato bisognerà però attendere il 2022, cinque anni dopo cioè, di quanto era stato previsto dal contratto tra il comando Nato e l’industria costruttrice, Northrop Grumman, valore 1,5 miliardi di dollari, il più costoso di tutta la storia dell’Alleanza Atlantica.